sabato 9 luglio 2016
calestano
Ho vissuto i miei primi dieci anni di matrimonio, in un bel paesino sulle colline parmensi, " Calestano". Calistan, negli anni sessanta settanta, era un paese di provincia con le tradizioni e i modi di dire dei vecchi di una volta, "a natale i cappelletti, a pasqua l'agnello, la messa della domenica e cosi' via. Abitata prevalentemente da persone semplici , operai, contadini , paesani , ma con il vanto di essere gente onesta . Poi c'erano, il dottore, il farmacista, il sindaco e il prete, queste erano le persone importanti, quelli che dovevi , quando le incontravi , dare del voi e toglierti il berretto. Calestano si trova a trenta chilometri da Parma ma quelli del posto, gli abitanti ,dicevano ,"mi son d' Calistan miga ed Perma" Il paese aveva una unica strada principale ed era il centro di tutto , potevi fare spesa, incontrare gli amici, fermarti al bar a bere qualcosa e chiacchierare con le amiche. Lungo questo corso c'erano diversi negozietti, mi ricordo di Giulio il barbiere che vendeva anche i giornali , il negozio era piccolo ma sempre pieno di gente che con la scusa ,magari, di farsi fare barba e capelli, leggevano gratis e discutevano i fatti del giorno. Di fronte a Giulio c'era un bel negozio, il più fornito del paese, era quello dell'Artemia, un piccolo supermercato , c'era di ogni ,dal salume alle ciabatte ai profumi e a mille altri articoli. l'Artemia sapeva tutto di tutti e se per caso passava qualcuno che non conosceva , chiedeva e si informava, "ma chi el col sior là, gal moiera? e se era una signora,"na dona csi eleganta e bela, avrala mari? era la più longeva del paese. Un mito per tutti. Percorrendo di qualche metro c'era, sulla destra un'altro negozio quello della signora Adriana e poi ancora piu avanti un altro ' dove mi ricordo il gestore era', un omino piccolo magro con la testina rotonda e pochi capelli , poi seppi che si era sposato. Di fronte c'era il fornaio , la proprietaria era una certa Iris , sfornava delle "veneziane" talmente buone che non c'erano paragoni con nessun altri, A sinistra del corso si trovava il bar centrale che faceva anche da centralino telefonico, la barista era una ragazza molto simpatica e carina, sposò poi un distinto signore venuto dalla città . La ferramenta era condotta da una ragazza, me la ricordo ch e pur essendo giovane vestiva molto modestamente , non sò se poi si fosse maritata . Alla fine del corso, c'era l 'asilo dei bimbi gestito da pie suore. Tipico dei paesi dare simpaticamente dei sopranomi alle persone che per un motivo o l 'altro erano presi di mira, ad esempio, Enrico al campaner, Ninì al maringon, Giorgio d' balo , la Pina e la Franca d 'la Netta ,( aveva ancora l'osteria dal molen, ) la Bruna d 'la Pavla, la Maria d'la ciado . Ma ricordo anche tante altre persone,diventate cari ricordi nel tempo . Le case di Calestano un tempo, erano tutte in sasso ma purtroppo con la modernità degli anni ottanta/ novanta sono state quasi interamente intonacate. Fortunatamente si è salvato un borgo bellissimo interamente in sasso , rimasto integro nella sua estetica storica, molto antico, con le case una accanto all'altra. dalla strada principale se ci fai caso ,scopri il borgo, e una volta imboccata la stradina , ti trovi immerso tra case e balconcini fioriti , piccole finestre con tendine bianche lavorate all'uncinetto o ricamate a mano. Le donne di Calestano, a Pasqua facevano gara per avere le case piu' splendenti e accoglienti , perche' doveva passare il prete a benedire le uova e gli animali , perchi' gli avesse avuti, era una benedizione per tutte le famiglie, credenti o meno. Il prete a quei tempi era ritenuto dalla comunità ,un buon predicatore , tanto che la messa della domenica, faceva il pieno. A quei primi dieci anni vissuti a Calestano, ne ho passati altri quaranta trascorsi però in città, i negozi del corso sono stati chiusi o trasferiti in altre vie , non cè piu' il negozietto che vendeva i giornali, così pure il negozio super fornito di nonna Artemia . Spesso ritorno a Calestano e ripercorro lentamente e a fatica il borgo, la stradina è stretta e in salita, con le case tutte vicine vicine, guardo ad uno ad uno i balconcini ormai vecchi, ma sempre fioriti e le finestrine con le tendine candide e ricamate, per incanto in quel borgo tutto si è fermato come allora, ma Calestano non è più il paesino dei miei ricordi . Ogni volta che mi prenderà la malinconia , ritornerò per ricordare come tanti anni fa , la strada principale piena di bambini che giocavano, la gente ,il giornalaio, l'Iris con le sue dolci ciambelle , la nonna Artemia, II paese oggi è semivuoto e camminando piano piano , riprendo la stradina del mio adorato borgo antico ,nascosto a destra del viale ..
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