Un giorno scoprii che il fiume mi trasportava nel mare dove ci sono le onde più blu e mi accorsi che con la mente si navigava verso quell'isola che non c'è più, così mi guardai bene intorno e capii che non c'era niente più. Che un uomo in balia di questo mondo rischiava di naufragare e andare sempre più giù. Così presi la vita di sghimbescio e in diagonale ,andai su e giù, per poi fermarmi per un momento e spalancare gli occhi un pò di più. Scoprii che non era gioia ,quella che mi circondava di rosso e di blù, solo un assurdo calendario, dove il tempo ormai non conta più, e come per incanto all'improvviso,la luna il sole eclissò e tutti con il muso all'aria ed un bel viso, immobili per un istante si restò. Ma quella penombra lenta che avanzava,altro non era che l'immensità, e l'animo che lento si conturbava, di strana ipocrisia e malvagità. E piano con il sole si spegneva con lui la nostra grande umanità.
Non sò chi sia l'autore di questa lode a non sò a chi, ma mi è piaciuta molto e la ricordo nei miei racconti. Chi conosce l'autore, parli adesso o mai più.
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